La noia: funzioni, conseguenze e psicopatologia di un’emozione sottovalutata
27 Dicembre 2024

La noia è un’emozione comune e piuttosto frequente, riscontrabile in diverse culture.
Rispetto ad altre emozioni, essa è stata poco oggetto di interesse scientifico e non ha una chiara definizione. Quella generalmente condivisa descrive la noia come “esperienza avversiva di volersi impegnare in qualcosa di soddisfacente, ma non esserne in grado”.
Il fatto che la noia non abbia ricevuto molta attenzione come altre emozioni e la psicologia stessa negli anni passati l’abbia considerata poco rilevante nella comprensione del funzionamento umano, non significa che essa non serva a qualcosa.
Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento degli studi sulla noia e le ricerche sperimentali, seppur limitate, invitano a sostenere che essa abbia un preciso scopo funzionale e non sia, invece, una semplice reazione a compiti monotoni o a stimoli esterni limitati.
Scopi e funzioni della noia
Tutte le emozioni hanno funzioni adattive.
Una di queste funzioni è quella di indicare lo stato dei nostri obiettivi: la rabbia, ad esempio, si verifica quando il raggiungimento di una meta viene impedito da qualcosa o da qualcuno, ma rimarrebbe la possibilità di giungere a destinazione.
Un semplice esempio è la rabbia che si può provare quando rimaniamo bloccati nel traffico mentre stiamo andando ad un appuntamento importante. La meta è l’appuntamento, mentre ciò che la compromette è il traffico. La rabbia ci segnala questo ostacolo e, se ben gestita, può aiutare ad attivare risposte adattive alla situazione come il pensare rapidamente a tragitti alternativi, scandagliare l’ambiente e cambiare percorso, oppure avvisare del ritardo.
Allo stesso modo, anche la noia ha un valore adattivo, nonostante venga sminuito o del tutto ignorato.
La noia emerge dalla percezione che una situazione non sia più stimolante, nello specifico come espressione di una riduzione dell’intensità della risposta emotiva alla situazione.
In altre parole, quando noi siamo impegnati a raggiungere un obiettivo proviamo delle emozioni: possiamo provare felicità se è stato raggiunto, rabbia se bloccato, ansia se minacciato, tristezza se è stato perso.
Quando rimaniamo in uno di questi stati a lungo, la risposta emotiva gradualmente inizia a svanire generando un altro segnale emotivo che suggerisce di passare ad un’altra attività.
Tale segnale è la noia.
La noia comunica che è arrivato il momento di perseguire un obiettivo alternativo in risposta al fatto che l’intensità emotiva associata all’obiettivo precedente stia svanendo e con essa l’importanza della persistenza verso l’obiettivo precedente medesimo.
Questo processo riguarda sia le emozioni negative che positive, in quanto mantenere un’emozione con la stessa intensità per un tempo indeterminato avrebbe uno scarso valore adattivo.
Infatti le emozioni sono direttamente coinvolte nel perseguimento di una meta e, se esse non sfumassero nel tempo, si perderebbe la motivazione a fissare nuovi obiettivi disimpegnandosi da quelli precedenti.
Si pensi ad un rapporto sentimentale per il quale si può sperimentare felicità in una specifica fase della relazione. La naturale riduzione nel tempo dell’intensità di questa emozione consente ai partner di impegnarsi in nuovi obiettivi relazionali finalizzati a rinvigorire e mantenere saldo il rapporto.
Per quanto bella possa apparire l’idea, se la felicità dovesse persistere con la stessa intensità e in modo indeterminato, non ci sarebbero cambiamenti costruttivi all’interno del rapporto che entrerebbe in una condizione di stasi.
Ad esempio, una felicità permanente che conservi la stessa intensità non permetterebbe ad una nuova coppia di pensare alla futura convivenza come nuovo obiettivo, disimpegnandosi così da un obiettivo precedente come quello di uscire spesso per vedersi e stare così insieme.
Sul versante delle emozioni negative, la noia può incoraggiare obiettivi ed esperienze nuove anche se esse determinerebbero un vissuto angoscioso e attivare comportamenti rischiosi.
Il sesso con più partner, oppure avventure come l’alpinismo o la speleologia in luoghi estremi, o ancora il gioco d’azzardo possono rappresentare nuove obiettivi promossi da uno stato di noia che comportano probabili emozioni negative e rischi reali, ma allo stesso tempo mantengono un loro certo valore adattivo a patto che non diventino sistematiche: maggiore probabilità di riproduzione e di relazioni, esplorazione e scoperte di nuovi mondi, possibilità di ottenere una vincita.
La noia, dunque, promuove il perseguimento di obiettivi ed esperienze che differiscono da quelli attualmente sperimentati man mano che le altre emozioni svaniscono. In molti casi ciò si presenterebbe sotto forma di una nuova stimolazione che introdurrebbe opportunità di crescita cognitiva e sociale, anche se le situazioni alternative potrebbero suscitare emozioni negative e rischi concreti.
Conseguenze positive e negative della noia
- Il comportamento
La noia influenza il comportamento.
Come precedentemente scritto la noia rappresenta la possibilità di impegnarsi in obiettivi alternativi che susciterebbero risposte emotive più intense, siano esse positive o negative.
Quando ci si annoia il cervello è incoraggiato a cercare nuove esperienze, scoprire nuovi interessi o sfidare se stessi per imparare e crescere. Ad esempio, durante la pandemia, molte persone hanno scoperto la pittura, la cucina, la panificazione e il lavoro a maglia.
La noia può anche spingere a riflettere su valori, obiettivi, aspirazioni e motivare a fare cambiamenti nella vita. In questo senso, la noia può essere vista come un’opportunità di autoconsapevolezza e auto-accrescimento.
D’altro canto, la noia può avere anche conseguenze negative come una diminuzione della produttività, distrazioni durante delicati lavori di vigilanza, una cattiva salute mentale e problemi di salute fisica.
Studi sulla noia di tratto e sulla noia di stato hanno messo in evidenza una correlazione con comportamenti rischiosi quali abuso di droghe e alcol, gioco d’azzardo, autolesionismo e abbuffate.
Interessante è uno studio in cui una percentuale significativa di partecipanti ha preferito somministrarsi delle scosse elettriche piuttosto che provare noia mentre era seduto da solo con i propri pensieri, evidenziando quanto le persone in genere detestino annoiarsi e arriverebbero a comportamenti discutibili per liberarsene.
Secondo altre linee di ricerca la noia spingerebbe a cercare stimolazioni che modificano i livelli e le forme di eccitazione: farsi un giro in moto dopo aver ascoltato musica sul divano (da alta a bassa eccitazione), leggersi un libro dopo un allenamento in palestra (da bassa ad alta eccitazione), vedersi un film triste o un horror dopo il diradarsi di uno stato di felicità precedente (da sollecitazioni positive a negative).
Alcuni studi sperimentali hanno indagato l’impatto della noia sul comportamento concentrandosi sull’importanza del trovare un significato in quello che si fa, concludendo che la noia derivi da una situazione priva di significato e generi l’urgenza di cercare attività più significative.
In una serie di prove sperimentali, quando i partecipanti erano impegnati in compiti noiosi, essi hanno iniziato a manifestare comportamenti con cui cercavano di dare un senso a quello che stavano facendo.
In uno di questi studi, i partecipanti a cui è stato chiesto di disegnare molte spirali (un compito noioso) sono diventati più indulgenti nei confronti di un reato penale commesso da un membro del loro gruppo, ma sono diventati più severi nel giudizio di un membro esterno al gruppo che aveva avuto una condotta criminale.
I ricercatori hanno concluso che questa estremizzazione degli atteggiamenti del gruppo interno potrebbe essere attribuita al desiderio delle persone annoiate di impegnarsi in comportamenti significativi.
Inoltre, quando erano annoiati, i partecipanti erano più propensi a usare la nostalgia per restituire un senso di significato alle loro vite, suggerendo che la memoria veniva alterata per promuovere un senso di significato.
Sul piano sociale, la noia espressa agli occhi degli altri serve a comunicare che si stia cercando un cambiamento, spingendoli a venir incontro a tale richiesta.
- La cognizione
La noia influenza la cognizione.
Nel momento in cui la noia spinge a ricercare e perseguire obiettivi ed esperienze alternative, l’attenzione rivolta al compito o all’esperienza precedente diminuisce e si dirige verso nuovi stimoli.
Essi possono essere esterni come il cambiare luogo, oppure interni come pensieri, ricordi o fantasie.
La noia ha un importante impatto sull’attenzione, infatti vi sono ricerche che hanno rilevato una significativa correlazione tra noia di tratto e deficit di attenzione e iperattività. Da altri studi sperimentali emerge che la difficoltà di mantenere l’attenzione su un compito aumenta quando si è sottoposti ad una scarsa stimolazione per tempi lunghi.
Così come per l’attenzione, la noia favorirebbe la distrazione mentale, intesa come spostamento verso cognizioni ed emozioni non correlate con il compito corrente.
Nello specifico, quando l’intensità di un’esperienza svanisce, inizia l’esperienza della noia. Il vagare della mente è quindi motivato dalla noia ed è un tentativo di trovare un nuovo obiettivo.
Infine, è stato suggerito che la noia possa aumentare la creatività, in contrasto con la credenza comune secondo la quale noia e creatività siano antagoniste.
Da uno studio è emerso che, quando veniva chiesto ai partecipanti quali fossero gli aspetti positivi della noia, essi rispondevano segnalando proprio un incremento della creatività.
Nello specifico, ai partecipanti veniva fatta svolgere un’attività di scrittura noiosa (copiare numeri di telefono da un elenco telefonico, o no) e poi di completare un compito creativo, in questo caso inventando quanti più usi possibili per due bicchieri di polistirolo. I partecipanti nella condizione “noiosa” hanno inventato molti più usi per i bicchieri di polistirolo rispetto ai controlli.
Diverse sono le ricerche che hanno dimostrato che le persone che sperimentano livelli moderati di noia hanno maggiori probabilità di impegnarsi nel pensiero creativo e nella risoluzione dei problemi.
- L’esperienza emotiva della noia
Le ricerche condotte sul vissuto della noia sono concordi nel descrivere tale stato emotivo come un’esperienza affettiva percepita negativamente.
Il perché la noia sia vissuta male sembra esser dovuto al senso di un tempo che scorre molto lentamente.
In uno studio, i partecipanti dovevano completare un compito di fronte a un orologio. In una condizione l’orologio mostrava che erano trascorsi 10 minuti, nell’altra condizione mostrava che erano trascorsi 30 minuti. In entrambe le condizioni, però, il tempo effettivo dell’esperimento era di 20 minuti.
I partecipanti hanno segnalato più noia quando l’orologio mostrava che avevano lavorato al compito per 10 minuti, rispetto a 30 minuti. Ciò era dovuto al fatto che i partecipanti avevano la sensazione che fosse passato più tempo (cosa in effetti accaduta), il che li portava a riferire più noia, proprio perché la noia faceva percepire come più pesante lo scorrere del tempo.
Inoltre, la noia trasmette la sensazione di non essere facilmente capaci di sfuggire ad un momento sgradevole, generando l’idea di essere intrappolati nell’esperienza attuale, incoraggiando tentativi per cambiare lo stato del momento.
Sono proprio la lenta percezione del passare del tempo e la sensazione di non essere subito in grado di uscire da un presente indesiderato gli ingredienti che rendono l’esperienza della noia soggettivamente più negativa, alimentando il desiderio di cercare obiettivi ed esperienze alternativi.
Noia e psicopatologia
Dal punto di vista psicopatologico e psichiatrico, la noia è capace di influenzare vari aspetti della salute mentale.
Ricerche su ampi campioni di studenti hanno dimostrato che la noia è collegata alla depressione, costituendo sia un fattore di rischio che un sintomo di depressione.
La noia può interrompere la motivazione, ridurre il piacere e interferire con il comportamento orientato agli obiettivi, il che può contribuire allo sviluppo di sintomi depressivi.
E’ stato riscontrato che la noia è anche associata all’ansia, favorendo l’innesco di pensieri ansiosi e ruminazioni o esacerbando i sintomi di disturbi d’ansia già esistenti.
Inoltre, la noia è anche implicata nello sviluppo e nel mantenimento dei disturbi da uso di sostanze.
Maggiore è la propensione alla noia, maggiore è il rischio di far uso e abuso di droghe, come modo per affrontare tale stato emotivo.
La noia può anche aumentare l’impulsività, portando gli individui ad impegnarsi in attività rischiose o ricercare sensazioni dall’intensità sempre più crescente come strategia per alleviare la noia (un esempio emblematico è il rooftopping, ovvero la scalata senza protezione di gru, tetti, campanili o antenne).
Oltre al già citato studio sulle scosse elettriche, una ricerca sul comportamento del binge drinking negli adolescenti ha rilevato una correlazione positiva tra alti punteggi alle scale sulla noia e propensione all’assunzione eccessiva di bevande alcoliche. Un comportamento che può ulteriormente aggravare i problemi di salute mentale, come ansia e depressione.
Nell’ambito dei Disturbi di Personalità, vi sono diverse prove empiriche che collegano la noia all’impulsività e ai deficit di regolazione affettiva del Disturbo Borderline di Personalità.
Le difficoltà di regolare le emozioni in questi soggetti ostacolano la capacità di trovare strategie funzionali di modulazione della noia, ricorrendo a comportamenti disadattavi dal carattere impulsivo quale sessualità promiscua, spese esagerate, abuso di sostanze, abbuffate, guida spericolata, furti, autolesionismo al fine di fuoriuscire da questo stato emotivo vissuto intollerabile.
Purtroppo questi comportamenti generano un sollievo temporaneo al quale segue ulteriore frustrazione e crescenti risposte disfunzionali caratterizzate da impulsività sempre maggiore.
Conclusioni
La noia è un’emozione comune con una specifica funzione adattiva: serve a incoraggiare le persone a cercare nuovi obiettivi ed esperienze.
Tuttavia la noia, come ogni emozione, è utile quando funziona correttamente.
Potrebbe essere paragonata al dolore. E’ un’esperienza spiacevole, ma è anche molto utile a comunicarci che c’è qualcosa che non sta andando.
La noia ci avvisa che sta venendo meno l’interesse nel persistere in una data esperienza, che questa esperienza è forse troppo facile o troppo difficile, che probabilmente sta perdendo di significato e ci dà la possibilità di affrontare il problema.
Questo a patto che possiamo fare qualcosa di adatto senza pagare costi troppo alti e senza correre rischi maggiori rispetto ai benefici.
Se la noia diventa cronica o determina condotte rischiose, o quantomeno promuove sistematiche condotte rischiose, essa finisce per perdere il suo carattere adattivo.
Dott. Spinelli
Riferimenti:
– LePera N. (2011). Relationships between boredom proneness, mindfulness, anxiety, depression, and substance use. New School Psychol. Bull., 8, 15–25.
– Martin M., Sadlo G., Stew G. (2006). The phenomenon of boredom. Qual. Res. Psychol.3, 193–211.
– Sommers J., Vodanovich S.J. (2000). Boredom proneness: its relationship to psychological-and physical-health symptoms. J. Clin. Psychol. 56, 149–155