“Non riesco più a mantenere l’erezione. Quando mi avvicino alla mia ragazza mi viene una crisi d’ansia ed inizio a sudare. Mi sento sempre più bloccato, inizio a non volerci più provare. La mia ragazza è stata spesso comprensiva, ma adesso inizio a percepire che anche lei si sta allontando, reagisce male e poi magari si sente anche in colpa. Ed io sto ancora più male. Mi sto logorando!”
La disfunzione sessuale è un problema persistente e ricorrente che può manifestarsi mediante i seguenti sintomi:
Secondo la prospettiva cognitivo comportamentale un problema sessuale è definibile disfunzione sessuale se vi sono due caratteristiche: la sgradevolezza e l’auto mantenimento.
La prima si riferisce alla valutazione negativa soggettiva che la persona fa sul proprio comportamento sessuale per la quale sperimenta tristezza, ansia, rabbia o senso di colpa (esperienze vissute come sgradevoli).
In tal senso, quindi, non si può parlare di disfunzione sessuale se vi è un comportamento sessuale “strano” o “moralmente” criticabile, ma solo se essa causa sofferenza alla persona stessa.
La seconda caratteristica si riferisce a quel circolo vizioso, fatto di soggettive valutazioni e comportamenti, che mantiene e ingigantisce il sintomo sessuale.
Dunque, l’interazione tra cognizione (pensieri), comportamento, aspetti biologici e relazioni interpersonali sono elementi centrali per la comprensione ed il trattamento del problema.
Immaginiamo un uomo che, in seguito ad una mancata erezione, inizia a preoccuparsi di un possibile rapporto futuro e si domanda: “accadrà di nuovo? Se non ci riesco anche la prossima volta sono finito, non potrò avere nessuna ragazza o avere una storia. Come faccio?”.
In occasione di un nuovo rapporto può provare ansia ed iniziare a dire a se stesso: “devo eccitarmi, devo riuscire a mantenere a tutti i costi una buona erezione!”
Queste preoccupazioni, però, distolgono l’attenzione dai segnali e dalle sensazioni erotiche, viene meno il piacere ed uno spensierato coinvolgimento. Anche le naturali reazioni fisiologiche associate al rapporto sono alterate, in quanto lo stato ansioso porta ad una notevole riduzione dell’irrorazione dei vasi sanguigni a carico degli organi genitali, con il risultato ultimo di un’erezione non avvenuta.
Tali sgradevoli conseguenze possono alimentare i pensieri negativi sulle proprie capacità sessuali e le previsioni di fallimento durante nuove e future esperienze sessuali, favorendo la comparsa di emozioni di ansia, scoraggiamento e disperazione. Su di un piano comportamentale, queste cognizioni e queste emozioni stimolano l’evitamento dell’attività sessuale che, se protratto nel tempo, non permette all’individuo di mettere in discussione le idee negative su di sé e sulla sua sessualità.
L’ansia, atteggiamenti di insicurezza e di distacco preventivo possono, inoltre, ripercuotersi sui comportamenti del partner o di potenziali partners che a loro volta si allontanano, causando ulteriore disagio.
Anche problemi relazionali possono ricoprire un ruolo importante nel causare e mantenere le disfunzioni sessuali. Se la coppia è conflittuale e sperimenta spesso rabbia, rancori, assenza di intimità emotiva, viene meno una sana e soddisfacente vita sessuale.
La Terapia sessuale ad approccio cognitivo comportamentale è centrata alla risoluzione dei problemi specifici dell’individuo e della coppia.
Come per ogni disturbo psicologico, i piani di trattamento sono costruiti in modo da soddisfare le specifiche esigenze della persona.
In alcuni casi, è fondamentale la collaborazione con altri medici per la valutazione ed il trattamento di altri problemi che possono interferire con la normale risposta sessuale e la psicoterapia stessa.