Disturbo Ossessivo-Compulsivo e Qualità Di Vita
24 Luglio 2024
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è una patologia psichiatrica che causa una significativa sofferenza in chi ne è affetto, capace di compromettere pesantemente la qualità di vita.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, il DOC è una delle prime dieci malattie più invalidanti al mondo.
Nel corso degli anni la prevalenza del disturbo è stata rivalutata.
Se in passato si riteneva che il DOC fosse poco diffuso, oggi si stima un tasso di prevalenza a livello mondiale che oscilla tra 2 e il 4 % della popolazione.
L’incremento è dovuto non tanto ad una generale crescita effettiva della patologia, ma ad una sua maggiore conoscenza che consente di eseguire diagnosi più precise e valutarne una più oggettiva frequenza.
Nella cultura popolare, come anche nei media, il DOC viene erroneamente descritto come tratto positivo di meticolosità o come divertente espressione di capricciosità. La realtà è che, per coloro che ne soffrono, può avere un impatto devastante sulla vita.
Negli ultimi anni clinici e ricercatori si sono interessati maggiormente alle conseguenze prodotte dal DOC sul benessere complessivo dell’individuo.
Sono stati, pertanto, effettuati sempre più studi sulla qualità di vita dei pazienti ossessivi, da una parte finalizzati ad avere una comprensione accurata e più umanistica della patologia, dall’altra rivolti a formulare percorsi terapeutici e psico-educativi che tengano conto della salute dei pazienti in un’ottica bio-psico-sociale.
Il concetto di Qualità Di Vita: un breve cenno
La qualità della vita è stata definita dal WHOQOL Group (World Health Organization Quality of Life Group) come “la percezione degli individui della propria posizione nella vita nel contesto della cultura e del sistema di valori in cui vivono e in relazione ai propri obiettivi, aspettative, standard e preoccupazioni”.
Il concetto di qualità della vita è, dunque, un costrutto multidimensionale.
Si può sostenere che esso rifletta il livello di soddisfazione esistenziale, il vissuto di benessere sul piano fisico ed emotivo, il livello di indipendenza, la qualità del rapporto con l’ambiente in cui si vive, il grado di adattamento e le prestazioni in ambito lavorativo, l’appagamento nel campo sentimentale, il soddisfacimento dei bisogni spirituali, così come la rete, il funzionamento ed il sostegno sociale.
Per quanto riguarda in particolare l’aspetto della salute mentale, la psicopatologia specifica di qualsiasi disturbo può distorcere la valutazione soggettiva di diversi aspetti della qualità della vita.
Studiare la qualità di vita in ambito psicologico e psichiatrico ricopre un ruolo rilevante perché consente di avere una lettura più integrata dei disturbi, dei loro risvolti esistenziali e contribuisce a valutare in modo più completo gli esiti di una terapia, senza limitarsi esclusivamente alla riduzione dei sintomi psicopatologici.
Qualità Di Vita tra DOC e popolazione generale
Diversi studi hanno dimostrato che il DOC compromette la qualità di vita in molteplici domini.
I pazienti, rispetto ai soggetti sani, presentano peggiori performance in campo sociale, difficoltà nel costruire e mantenere una relazione sentimentale, nello svolgere le attività domestiche, maggiori limitazioni a lavorare fuori casa e tassi più alti di disoccupazione.
Nell’ambito lavorativo, ad esempio, è stato riscontrato che le persone che soffrono di DOC mostrano un livello di rendimento inferiore rispetto al loro grado di istruzione, con impatto anche sul reddito: rispetto alla popolazione generale, nonostante il livello di istruzione possa essere più alto, il reddito medio risulta uguale alla media della popolazione stessa. Tali dati hanno suggerito indirettamente che vi sia una compromissione significativa del funzionamento professionale.
L’angoscia ossessiva e le compulsioni possono minare seriamente la produttività, la puntualità e la partecipazione al contesto lavorativo. A causa dei sintomi, le usuali attività lavorative diventano una sfida, le relazioni con i colleghi e il capo possono essere molto tese, generando risentimento per le frequenti pause da dedicare alle compulsioni. I continui evitamenti possono trasmettere, inoltre, disinteresse per il lavoro di gruppo e favorire in chi soffre senso di emarginazione e discriminazione.
Sul piano sociale i sintomi del DOC possono rappresentare ostacoli rilevanti nello svolgimento delle funzioni associate ai diversi ruoli sociali, oltre che nelle relazioni quotidiane con gli amici.
La tensione scatenata dalle minacce intrusive e l’impellenza delle condotte compulsive arrivano ad occupare interamente lo spazio mentale, inficiando la capacità di interpretare ed usare correttamente le norme di interazione sociale.
Possono indebolirsi le capacità di leggere e comprendere le emozioni, i pensieri, i bisogni o le intenzioni altrui e la capacità di dare un significato ai comportamenti degli altri, con la conseguenza di mostrarsi troppo freddi e distaccati, egocentrici ed egoisti, impazienti ed irascibili, permalosi e sempre sulla difensiva.
Si può intuire che anche la comunicazione non verbale di chi soffre del disturbo risulti influenzata. I pazienti con il volto, la gestualità e la postura trasmettono stati di ansia, tensione psicofisica, irritabilità, indisponibilità e avversione all’interazione.
Alcuni comportamenti compulsivi possono infastidire e offendere gli amici (si pensi anche al semplice ritardare in continuazione per concludere i rituali).
Allo stesso tempo, le compulsioni possono essere così frequenti da non lasciare spazio alla condivisione sociale e alla partecipazione alle attività, portando a preferire l’evitamento dei contesti sociali.
Nei pazienti si riscontrano anche vissuti di vergogna. La consapevolezza di avere pensieri e comportamenti considerati “bizzarri” ed esagerati facilita il ritiro sociale.
Viceversa, quando la persona cerca di non isolarsi costringendosi a frequentare gli altri e le situazioni sociali, può sentirsi esposta a giudizi e pettegolezzi, vivendo ulteriore angoscia.
Sempre nell’ambito della valutazione della qualità di vita, chi ha il DOC presenta indici personologici di riduzione del benessere quali una bassa autostima, ideazioni suicidarie, abuso di alcol e di farmaci con percentuali più elevate rispetto a chi non soffre del disturbo.
DOC e conseguenze sulla vita familiare e sentimentale
Vivere con una persona che soffre di DOC non è per nulla facile.
La analisi condotte sulla qualità delle relazioni riportano tassi di matrimonio più bassi per coloro che hanno il disturbo rispetto a chi non ne soffre.
Inoltre, la probabilità di essere divorziati o separati aumenta.
Gli studi segnalano alti livelli di disadattamento familiare e insoddisfazione sentimentale o coniugale:
i pazienti possono chiedere continue rassicurazioni, fanno pressioni per eliminare oggetti considerati “contaminati”, chiedono di lavare continuamente aree “pericolose”, possono vietare l’uso del bagno e di altri oggetti di uso condiviso, insistono nel far controllare serrature e manopole, oppure possono rendere zone della casa inutilizzabili per aver accumulato roba inutile o, ancora, imporre di mantenere una certa distanza fisica.
I comportamenti e le richieste di chi soffre di DOC possono generare scoppi di ira, oppure senso di colpa nel familiare o nel partner che non sanno come aiutare il proprio caro, generando ulteriori vissuti di ansia e scoraggiamento.
La routine della famiglia e della coppia può subire un drastico cambiamento ed essere avvolta da frustrazione e conflittualità.
I familiari e il partner si scontrano inevitabilmente con le particolari richieste del paziente. Sono tesi tra l’adattamento ad esse e l’opposizione a bisogni considerati esagerati, come il non poter ricevere visite o svolgere semplici attività di svago.
Col tempo, a seguito di una maggiore prevedibilità dei comportamenti del malato, la famiglia e il partner tendono gradualmente e con sconfitta ad adeguarsi ai suoi comportamenti ed alle sue condotte di evitamento.
Se questo può apparentemente ridurre il conflitto, allo stesso tempo contribuisce a peggiorare la qualità di vita di ognuno, oltre che a mantenere e irrobustire il disturbo in sé.
Lo stato emotivo della famiglia e della coppia arriva ad essere caratterizzata da una forte ambivalenza, con una commistione di emozioni contrastanti quali la tristezza, la compassione, la colpa, la rabbia e la vergogna, generando un distress tale che può avere ricadute pesanti sulla salute mentale di ogni suo componente.
Qualità Di Vita tra DOC e altri disturbi psichiatrici
Altre ricerche si sono concentrate sul confronto tra le persone con DOC e campioni di soggetti affetti da altri disturbi psicologici e psichiatrici.
I dati rilevano che chi soffre di DOC, rispetto a chi presenta fobie e disturbo d’ansia generalizzato, presenta condizioni socio-economiche peggiori, percentuali più alte di disoccupazione, di depressione, e maggiori vissuti di rabbia, inutilità ed inadeguatezza.
Ulteriori studi hanno riscontrato che le persone con DOC, messe a confronto con chi ha diagnosi di disturbo di attacchi di panico, ha più difficoltà cognitive di concentrazione nello studio, nel lavoro, nello svolgimento delle attività di svago e di carattere religioso (a causa della maggiore intrusività di pensieri magici e a tema religioso).
Interessanti sono anche gli studi condotti tra pazienti con DOC e schizofrenia.
Se gli schizofrenici mostrano un peggioramento nel percepire la qualità della salute fisica, i pazienti con DOC mostrano indici di qualità di vita uguali o peggiori relativamente alle prestazioni lavorative, alle performance domestiche ed al funzionamento sociale.
Inoltre, le persone con DOC, rispetto agli schizofrenici, manifestano maggiori sintomi depressivi, tra cui in particolare demoralizzazione e vissuti di impotenza.
Secondo gli autori, tali risultati sono dovuti al fatto che nel DOC è presente una maggiore consapevolezza di malattia e capacità critica sulle limitazioni provocate dal disturbo.
Questa condizione favorirebbe un senso di incapacità nel controllo dei propri sintomi ed una maggiore percezione della proprie inabilità, influenzando significativamente la percezione soggettiva della qualità di vita.
Può sembrare paradossale ma, proprio per quanto sopra scritto, nonostante sia considerato un disturbo molto grave, la schizofrenia per le sue caratteristiche cliniche consentirebbe un più facile e graduale adattamento che può risultare, invece, più complicato in chi soffre di DOC.
Emblematica è l’espressione di un paziente con DOC che dice: “è come essere matti, ma con la mente cosciente!”
Conclusioni
Il DOC è in grado di inficiare in modo significativo diversi aspetti della vita di una persona, riducendo il senso di benessere globale. Nell’ultimo decennio si è assistito all’aumento d’interesse sulle conseguenze del disturbo sulla qualità di vita.
Gli studi in tale campo continuano a rivelarsi importanti in quanto consentono sia ai professionisti che ai pazienti di comprendere meglio la natura e l’entità della sofferenza associata a tale disturbo.
Grazie ad essi, inoltre, è possibile sviluppare strategie di trattamento che si avvicinano alla specificità dell’individuo in un’ottica bio-psico-sociale, andando oltre la sola riduzione della sintomatologia descritta dalla nosografia canonica.
Riferimenti:
– Huppert JD, Simpson HB, Nissenson KJ et al. (2009). Quality of life and functional impairment in obsessive-compulsive disorder: a comparison of patients with and without comorbidity, patients in remission, and healthy controls. Depress Anxiety, 26(1): 39-45.
– Rodriguez-Salgado B, Dolengevich-Segal H, Arrojo-Romero M et al. (2006). Perceived quality of life in obsessive-compulsive disorder: related factors. BMC Psychiatry, 6:20.
– The WHOQOL Group. Development of the WHOQOL: rationale and current status. Int J Mental Health. 1994;23(3):24–56.