4 consigli preziosi per promuovere la felicità
1 Dicembre 2018
Alex Korb è un neuroscienziato, autore del libro “The Upward Spiral”, in cui provoca i lettori ad affrontare la depressione fornendo alcune piccole pratiche incoraggianti nell’alleviare i sintomi e promuovere uno stato di benessere.
Tra di essi ne propone in particolare quattro, maturate dalla ricerche neuroscientifiche, con cui attivare una spirale ascendente di felicità nella propria vita.
1) Nominare le emozioni
Siamo tristi? Arrabbiati o nervosi?
Quando ci sentiamo giù, l’autore suggerisce di dare un nome preciso all’emozione che si prova.
Secondo uno studio americano condotto con Risonanza Magnetica Funzionale, mettere i sentimenti in parole è un modo per riconoscere consapevolmente le emozioni e ridurne l’impatto negativo. Nella ricerca, ai partecipanti sono state mostrate foto di persone che manifestavano diversi sentimenti tramite le loro espressioni facciali.
Alla vista delle facce, in ogni partecipante è stata riscontrata l’attivazione dell’amigdala, un’area cerebrale responsabile delle repentine reazioni emotive quando ci si trova di fronte a stimoli di carica appunto emotigena.
Tuttavia, quando successivamente ai partecipanti è stato chiesto di nominare l’emozione, si è attivata un’altra regione cerebrale, la corteccia prefrontale, responsabile di una elaborazione più complessa e regolatoria dei vissuti emozionali.
Questo processo ha interrotto l’attività dell’amigdala, riducendo l’intensità dell’emozione sperimentata.
Sulla base di questi risultati, Korb suggerisce che nominare le proprie emozioni produce veri e propri effetti terapeutici nel cervello.
2) Essere grati
La gratitudine incide sul cervello a livello biologico.
Trovare e riconoscere semplicemente dei motivi per essere grati (anche se piccoli), aiuta a creare un circolo virtuoso positivo di cui ne beneficia l’intero organismo.
Ricordare di essere grato è una forma di intelligenza emotiva.
Uno studio ha evidenziato che esprimere gratitudine influenza la densità dei neuroni sia nella corteccia prefrontale ventromediale che in quella laterale. Questi cambiamenti di densità suggeriscono che stimolare questa forma di intelligenza rende i neuroni di queste aree più efficienti. Inoltre, la ricerca della gratitudine aumenta la produzione di dopamina e serotonina, ovvero i neurotrasmettitori responsabili del tono dell’umore.
Quindi, domandiamoci, per cosa siamo grati?
3) Mantenere contatti sociali
Le relazioni giocano un ruolo molto importante sul benessere del cervello ed è fondamentale coltivare rapporti sociali con gli altri esseri umani anche quando la motivazione non è alta.
D’altronde la solitudine può avere conseguenze dannose sulla salute.
In uno studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Cortex, i neuroscienziati hanno dimostrato che il cervello di chi soffre di solitudine e tende ad isolarsi, si trova in uno stato di costante allerta, rispondendo in modo impulsivo agli stimoli di natura sociale.
Questa condizione spiega come mai la persona isolata ha, nel tempo, sempre più difficoltà ad accettare gli inviti perché essi vengono etichettati automaticamente come delle minacce e non come occasioni costruttive.
4) Prendere una decisione “abbastanza buona”
Prendere decisioni riduce le preoccupazioni.
Si tratta di un processo che avvia un ragionamento progettuale che consente di percepire maggiore padronanza della situazione.
Ovviamente, decidere quale sia il modo migliore di procedere non è sempre facile, ma secondo Korb quello che conta è prendere una decisione “abbastanza buona” e non puntare alla decisione “perfetta”.
Essere perfezionisti può essere molto controproducente perché aumenta troppo le aspettative, intensifica l’ansia e da la sensazione di non avere il controllo.
Infatti, vi sono situazioni in cui non è possibile trovare la soluzione perfetta e, invece, ambire al “meno peggio” è più conveniente e contestualmente intelligente.
Dott. Spinelli
Riferimenti:
– Kini P., Wong J., McInnis S., Gabana N.,Brown J. (2016). The effects of gratitude expression on neural activity. Neuroimage, 128, 1-10.
– Korb A. (2015). The Upward Spiral : Using Neuroscience to Reverse the Course of Depression, One Small Change at a Time. New Harbinger Publications.
– Cacioppo S., Balogh S., Cacioppo J. (2015). Implicit attention to negative social, in contrast to nonsocial, words in the Stroop task differs between individuals high and low in loneliness: Evidence from event-related brain microstates. Cortex, 70, 213-33.