4 consigli preziosi per promuovere la felicità

4 consigli preziosi per promuovere la felicità

Alex Korb è un neuroscienziato, autore del libro “The Upward Spiral”, in cui provoca i lettori ad affrontare la depressione fornendo alcune piccole pratiche incoraggianti nell’alleviare i sintomi e promuovere uno stato di benessere.

Tra di essi ne propone in particolare quattro, maturate dalla ricerche neuroscientifiche, con cui attivare una spirale ascendente di felicità nella propria vita.

1) Nominare le emozioni

Siamo tristi? Arrabbiati o nervosi?

Quando ci sentiamo giù, l’autore suggerisce di dare un nome preciso all’emozione che si prova.

Secondo uno studio americano condotto con Risonanza Magnetica Funzionale, mettere i sentimenti in parole è un modo per riconoscere consapevolmente le emozioni e ridurne l’impatto negativo. Nella ricerca, ai partecipanti sono state mostrate foto di persone che manifestavano diversi sentimenti tramite le loro espressioni facciali.
Alla vista delle facce, in ogni partecipante è stata riscontrata l’attivazione dell’amigdala, un’area cerebrale responsabile delle repentine reazioni emotive quando ci si trova di fronte a stimoli di carica appunto emotigena.
Tuttavia, quando successivamente ai partecipanti è stato chiesto di nominare l’emozione, si è attivata un’altra regione cerebrale, la corteccia prefrontale, responsabile di una elaborazione più complessa e regolatoria dei vissuti emozionali.

Questo processo ha interrotto l’attività dell’amigdala, riducendo l’intensità dell’emozione sperimentata.

Sulla base di questi risultati, Korb suggerisce che nominare le proprie emozioni produce veri e propri effetti terapeutici nel cervello.

2) Essere grati

gratitudine e benessere

 

La gratitudine incide sul cervello a livello biologico.

Trovare e riconoscere semplicemente dei motivi per essere grati (anche se piccoli), aiuta a creare un circolo virtuoso positivo di cui ne beneficia l’intero organismo.
Ricordare di essere grato è una forma di intelligenza emotiva.

Uno studio ha evidenziato che esprimere gratitudine influenza la densità dei neuroni sia nella corteccia prefrontale ventromediale che in quella laterale. Questi cambiamenti di densità suggeriscono che stimolare questa forma di intelligenza rende i neuroni di queste aree più efficienti. Inoltre, la ricerca della gratitudine aumenta la produzione di dopamina e serotonina, ovvero i neurotrasmettitori responsabili del tono dell’umore.

Quindi, domandiamoci, per cosa siamo grati?

3) Mantenere contatti sociali

contatti sociali e salute

Le relazioni giocano un ruolo molto importante sul benessere del cervello ed è fondamentale coltivare rapporti sociali con gli altri esseri umani anche quando la motivazione non è alta.
D’altronde la solitudine può avere conseguenze dannose sulla salute.

In uno studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Cortex, i neuroscienziati hanno dimostrato che il cervello di chi soffre di solitudine e tende ad isolarsi, si trova in uno stato di costante allerta, rispondendo in modo impulsivo agli stimoli di natura sociale.

Questa condizione spiega come mai la persona isolata ha, nel tempo, sempre più difficoltà ad accettare gli inviti perché essi vengono etichettati automaticamente come delle minacce e non come occasioni costruttive.

4) Prendere una decisione “abbastanza buona”

saper prendere una decisione

Prendere decisioni riduce le preoccupazioni.
Si tratta di un processo che avvia un ragionamento progettuale che consente di percepire maggiore padronanza della situazione.

Ovviamente, decidere quale sia il modo migliore di procedere non è sempre facile, ma secondo Korb quello che conta è prendere una decisione “abbastanza buona” e non puntare alla decisione “perfetta”.
Essere perfezionisti può essere molto controproducente perché aumenta troppo le aspettative, intensifica l’ansia e da la sensazione di non avere il controllo.

Infatti, vi sono situazioni in cui non è possibile trovare la soluzione perfetta e, invece, ambire al “meno peggio” è più conveniente e contestualmente intelligente.

Dott. Spinelli

Riferimenti:

– Kini P., Wong J., McInnis S., Gabana N.,Brown J. (2016). The effects of gratitude expression on neural activity. Neuroimage, 128, 1-10.

– Korb A. (2015). The Upward Spiral : Using Neuroscience to Reverse the Course of Depression, One Small Change at a Time. New Harbinger Publications.

– Cacioppo S., Balogh S., Cacioppo J. (2015). Implicit attention to negative social, in contrast to nonsocial, words in the Stroop task differs between individuals high and low in loneliness: Evidence from event-related brain microstates. Cortex, 70, 213-33.

Articoli correlati

Apatia e depressione: parliamo della stessa cosa? Differenze sintomatologiche e ricadute terapeutiche

Apatia e depressione: parliamo della stessa cosa? Differenze sintomatologiche e ricadute terapeutiche

L’apatia non è necessariamente depressione. Essa condivide con la depressione la perdita di interesse, di energia, di insight ed un generico rallentamento psicomotorio, ma se ne distingue per la presenza specifica di indifferenza, ridotta motivazione e iniziativa e per l’assenza di vissuti di impotenza, inutilità e speranza. Distinzioni importanti per il corretto approccio terapeutico.

La regolazione emotiva: un fondamento del benessere psicofisico e sociale

La regolazione emotiva: un fondamento del benessere psicofisico e sociale

La regolazione emotiva fa riferimento a quei processi con cui si modulano le emozioni che proviamo, il come le viviamo ed il come le esprimiamo.
E’ la capacità di regolare i vissuti emotivi attenuandoli, intensificandoli o mantenendoli.
Essa è un requisito fondamentale per il benessere psicofisico e, se deficitario, favorisce lo sviluppo di disturbi psicologici. Come si esprimono i suoi processi ed in cosa consiste la “corretta” regolazione delle emozioni?

Il segreto della felicità passa dal saper accogliere le emozioni negative

Il segreto della felicità passa dal saper accogliere le emozioni negative

La felicità non va ridotta al provare semplicemente piacere e all’assenza di una condizione di dolore, ma ad uno stato che abbraccia tutte le esperienze emotive, le quali, desiderabili o indesiderabili, possono essere positive in certi contesti ma negative in altre, e rimangono sempre significative e preziose, ovvero degne di essere ugualmente vissute.

Anedonia: diagnosi, sintomi, cause e trattamento

Anedonia: diagnosi, sintomi, cause e trattamento

L’anedonia è considerata l’incapacità o una ridotta capacità di provare piacere.
Secondo il DSM-V consiste in una “riduzione marcata di interesse o di piacere in tutte, o quasi tutte, le attività durante la maggior parte della giornata, o quasi tutti i giorni”.
Quando si parla di anedonia non bisogna pensare alla perdita di piacere per un’attività che è diventata noiosa e per cui si cerca qualcosa di nuovo, ma si fa riferimento all’incapacità di sperimentare piacere per tutte quelle attività che prima, invece, lo generavano.
La diagnosi ed il trattamento dell’anedonia non sono scontate e richiedono alcune riflessioni critiche.

La solitudine: un continuum tra il senso di appartenenza ed il sentirsi soli

La solitudine: un continuum tra il senso di appartenenza ed il sentirsi soli

La solitudine è un’esperienza indesiderata che nasce dalla carenza o dall’assenza di relazioni soddisfacenti su di un piano sia quantitativo che qualitativo. Le conseguenze sulla salute psicofisica non vanno sottovalutate. L’essere umano infatti si costruisce e si realizza per mezzo dei legami sociali e si adatta all’ambiente mediante il confronto e la condivisione con gli altri.

Superare la depressione con l’attivazione comportamentale

Superare la depressione con l’attivazione comportamentale

Diverse ricerche suggeriscono che la componente comportamentale su cui si interviene nel trattamento della depressione, come l’attivazione comportamentale, sia un fattore sufficiente per alleviare i sintomi overt del disturbo (ovvero ritiro sociale, evitamento, passività, inattività) ed utile per modificare le cognizioni pessimistiche e migliorare il funzionamento quotidiano. Vediamo in cosa consiste e come metterla in pratica.

Rifiuto o accettazione: come superare la sofferenza emotiva?

Rifiuto o accettazione: come superare la sofferenza emotiva?

Provare delle emozioni dolorose è senza dubbio un’esperienza spiacevole. Le persone cercano di respingerle in tanti modi, rivolgendosi a tutto ciò che possa aiutare a liberarsi di quei vissuti considerati “intollerabili” con lo scopo di allontanare la sofferenza emotiva. Ma la lotta e il contrasto, invece di rasserenare, aumentano il disagio. Allora, quale atteggiamento adottare?

Fermare pensieri disturbanti e ricorrenti? La soppressione non funziona! Ecco alcune valide alternative

Fermare pensieri disturbanti e ricorrenti? La soppressione non funziona! Ecco alcune valide alternative

La mente dell’essere umano ha numerose potenzialità, ma presenta un serio inconveniente, quello di poter essere affollata da pensieri indesiderati. Può trattarsi di preoccupazioni, di paure, di previsioni, di ricordi drammatici, resta il fatto che risulta molto frustrante sapere che non possiamo spegnerli con troppa facilità a nostro piacimento.

Aiutare una persona depressa

Aiutare una persona depressa

Non tutti presentano i medesimi sintomi depressivi e con la stessa intensità, tuttavia si può far caso a dei segnali rivelatori a partire dai quali cercare di approfondire la condizione psicologica di un proprio familiare o di un caro amico.
Anche, se spesso, è necessario l’intervento di una figura competente, tutti noi possiamo comunque contribuire ad offrire un valido sostegno, se fatto nel modo giusto.

Trattamento della depressione: psicoterapia o psicofarmaci?

Trattamento della depressione: psicoterapia o psicofarmaci?

La terapia della depressione prevede di solito l’uso combinato di antidepressivi e di psicoterapia.
Tuttavia, dalle ricerche in neuroscienze risulta che la psicoterapia è più efficace nel prevenire le ricadute in nuove episodi depressivi, favorendo un maggior beneficio a lungo termine rispetto alla sola cura farmacologica.