Pensieri automatici e funzionamento sessuale: potenziali cause cognitive delle disfunzioni maschili e femminili
21 Ottobre 2018

In passato c’è stato un notevole incremento di interesse sugli effetti che i fattori cognitivi hanno sulla risposta sessuale. Oggi è scientificamente riconosciuta l’idea che variabili cognitive, in particolare i pensieri automatici ed i processi attentivi, giocano un ruolo importante nelle reazioni sessuali e contribuiscono alla comprensione dei processi coinvolti nelle disfunzioni sessuali.
Ma cosa sono questi pensieri automatici?
I pensieri automatici consistono in immagini e/o in pensieri che si caratterizzano per il fatto di presentarsi in modo involontario e spontaneo, di essere transitori e fugaci; hanno la forma di singole frasi, singole parole ed immagini coerenti con l’assetto di personalità e lo specifico stato affettivo del momento.
Alla base di questi pensieri automatici vi sono schemi cognitivi più profondi e credenze centrali con cui un individuo attribuisce significato ed interpreta gli eventi. In altre parole, il modo in cui una persona “legge” se stesso e la realtà circostante dipende da tali credenze di base che si manifestano spesso attraverso pensieri automatici involontari i quali, a loro volta, condizionano le risposte emotive e comportamentali in una data circostanza.
Secondo certe teorizzazioni cognitive, i vari fenomeni psicopatologici sono associati a distinte credenze di base e specifici pensieri automatici.
Le ricerche sulla relazione tra pensieri automatici negativi e problemi sessuali
In ambito sessuologico, negli anni diversi studi hanno indagato l’impatto dei fattori cognitivi sul funzionamento sessuale ed i relativi disturbi.
E’ stato evidenziato, ad esempio, come negli uomini i livelli di erezione decrescono significativamente e progressivamente se, durante l’esposizione a materiale erotico, viene fatto eseguire un compito distraente. Risultati più interessanti da un punto di vista clinico provengono da ricerche che hanno confrontato uomini con disfunzioni sessuali e uomini che non presentano tali problematiche. Diversamente dai soggetti “sani”, i partecipanti con disfunzione erettile non mostravano una riduzione dei livelli di erezione mentre svolgevano compiti distraenti durante l’esposizione a stimoli erotici. Infatti, i soggetti con disfunzioni sessuali erano già focalizzati su stimoli non erotici, ovvero le personali preoccupazioni sulle risposte sessuali (in questo caso l’erezione), trascurando invece gli stimoli erotici a cui erano esposti. Gli autori conclusero che essi avevano solamente spostato l’attenzione da stimoli non erotici (preoccupazioni sulle risposte sessuali) ad altri stimoli non erotici (i compiti distraenti), senza per questo avere implicazioni sui livelli di erezione.
Ricerche più recenti hanno confermato tali risultati, sottolineando come mentre gli uomini senza disfunzioni, se esposti ad eventi sessuali, focalizzano la loro attenzione sugli stimoli erotici, gli uomini con disfunzioni sessuali si focalizzano su pensieri negativi riguardanti le dannose conseguenze di una scarsa performance o, comunque, su altri stimoli non erotici. Si è visto che anche le donne con alti livelli di distrazione cognitiva (ovvero attente alla performance sessuale e su come appare il corpo, piuttosto che su stimoli erotici) presentano livelli bassi di gratificazione sessuale ed un numero minore di orgasmi durante l’attività sessuale stessa.
I risultati consentono di confermare che l’attenzione focalizzata su stimoli non erotici interferisce negativamente con la risposta sessuale e che i soggetti con disfunzioni sessuali presentano un numero significativamente maggiore di pensieri negativi durante l’attività sessuale rispetto ai soggetti che non soffrono di tali disturbi.
Inoltre, sono state riscontrate anche delle differenze riguardo ai meri contenuti di tali pensieri negativi. In particolare per quel che concerne le donne con disfunzioni sessuali, emergono pensieri di fallimento, di distacco relazionale, carenza di pensieri erotici e pensieri di abuso sessuale: “non sono soddisfatta dal mio partner”, “non mi sto eccitando”, “quando finirà tutto questo”, “è disgustoso”, “se rifiuto di fare sesso, lui mi tradirà”, “lui vuole solo soddisfare se stesso”.
Per quel che riguarda gli uomini con disfunzioni sessuali, prevalgono pensieri sui livelli di erezione, di fallimento anticipatorio e carenza di pensieri erotici durante l’attività sessuale. Questo dimostra che tali individui, piuttosto che “sentire e vivere” gli stimoli erotici, si focalizzano sulla paura di fallire e sulle conseguenze catastrofiche: “sono condannato a fallire”, “lei mi rimpiazzerà con un altro ragazzo”, “devo avere una buona erezione”, “perché non mi sto eccitando?”.
In conclusione, dagli studi effettuati risulta che gli individui con disfunzioni sessuali presentano di solito dei patterns cognitivi diversi e connotati negativamente rispetto ai soggetti “sani” durante un’attività sessuale. Tali differenze suggeriscono che l’uso di tecniche cognitive possa apportare potenziali benefici al trattamento delle disfunzioni sessuali, quando non presenti cause di natura esclusivamente fisica.
Dott. Spinelli
Riferimenti:
– Nobre P., Pinto-Gouveia J. (2007). Cognitive Schemas Associated with Negative Sexual Events: A Comparison of Men and Women with and Without Sexual Dysfunction. Archives of Sexual Behavior 38, 842-851.
– Dove N., Weiderman, W. (2000). Cognitive distraction and women’s sexual functioning. Journal of Sex and Marital Therapy, 26, 67–78.
– Barlow D. (1986). Causes of sexual dysfunction: The role of anxiety and cognitive interference. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 54, 140–148.