Implicazioni psico-sociali della disfunzione erettile: l’importanza dell’intervento psicoterapeutico

Implicazioni psico-sociali della disfunzione erettile: l’importanza dell’intervento psicoterapeutico

La disfunzione erettile è un disturbo sessuale definito come l’incapacità di raggiungere e mantenere un’erezione adeguata per condurre un rapporto soddisfacente. Essa può avere un impatto ingente sulla qualità di vita di una persona, inficiando soprattutto la dimensione emotiva e sociale del benessere individuale e di coppia, come dimostrato da diversi studi.

Sebbene sia gli uomini che le donne considerino un’appagante attività sessuale un elemento essenziale per il mantenimento di una relazione, gli uomini tendono ad enfatizzare l’importanza del sesso ed a raccontare più frequentemente le loro esperienze sessuali come emblema di mascolinità e di successo. Proprio per la rilevanza attribuita all’attività sessuale, una disfunzione erettile può avere importanti ricadute psicologiche.

Una delle reazioni comuni nell’uomo è un senso di evirazione, in quanto la capacità di essere sessualmente performanti e di saper soddisfare la propria partner è un indicatore importante di virilità. La riduzione di autostima che ne consegue può compromettere la relazione stessa. Infatti, la paura di fallire può favorire la paura di delusioni e rifiuti da parte della propria partner, spingendo l’uomo ad evitare le situazioni sessuali ed in particolare tutte quelle situazioni che possono evolversi in un rapporto sessuale vero e proprio. In certi casi, anche semplici comportamenti di affetto come abbracci e baci possono essere considerati “pericolosi” e, dunque, evitati. Questo comportamento, sin quando l’uomo non trova il coraggio di discutere apertamente dei suoi problemi di erezione, può essere interpretato dalla partner come segno di riduzione di affetto portandola a ritirare le sue attenzioni ed avviando un circolo vizioso dannoso per la coppia e l’autostima dell’uomo stesso.

Anche le relazioni con i propri amici possono risentire della perdita di autostima e del senso di inadeguatezza. La disfunzione erettile è un problema vissuto come troppo imbarazzante da poter essere condiviso con gli altri, può minare la propria immagine sociale e la propria mascolinità agli occhi altrui. Questa ritrosia alimenta l’idea di essere il “solo” a soffrire di tale disturbo e, con essa, accrescono i vissuti di solitudine, di mancanza di confidenzialità, di diversità e di inferiorità.

E’ possibile che in alcuni uomini il disturbo di erezione favorisca lo sviluppo di un vero e proprio disturbo di ansia e di depressione a causa del distress psico-sociale sperimentato.

La relazione tra disfunzione erettile e ansia/depressione, per quanto prevedibile, risulta complessa. Quando si presenta una disfunzione erettile non è semplice stabilire una causalità lineare ed identificarne il vissuto emotivo scatenante. Essi, sin da subito, possono sovrapporsi e autoalimentarsi.

Va pertanto tenuta in considerazione la bidirezionalità della correlazione: la disfunzione erettile può favorire uno stato ansioso/depressivo così come esso stesso può favorire la disfunzione sessuale. Infatti, sia l’ansia che la depressione comportano di per sé delle alterazioni neurofisiologiche che coinvolgono il sistema nervoso simpatico e parasimpatico. Quest’ultimo, in particolare, ha un ruolo centrale nella fase di eccitazione in quanto consente la vasodilatazione genitale. Uno stato ansioso-depressivo tende invece ad inibire l’attivazione del parasimpatico comportando una dominanza del sistema simpatico che blocca la reazione di eccitazione sessuale elicitando una reazione di allarme. Questo meccanismo trova spiegazione nella sua funzione evolutiva.

Quando si prova ansia, si sta percependo un pericolo e di fronte ad esso è più importante garantire la propria sopravvivenza che preoccuparsi della proliferazione della specie. In tali circostanze è evolutivamente vantaggioso che, in vista di una minaccia ed in preda ad uno stato ansioso, siano irrorati i vari distretti muscolari per attaccare o fuggire piuttosto che le zone pelviche per permettere il coito. Ecco, dunque, che uno stato d’umore alterato può ostacolare la possibilità di un rapporto sessuale che, a sua volta, dopo i primi fallimenti può essere vissuto come un evento “pericoloso” e scatenare una reazione di allarme, provocando e mantenendo la disfunzione sessuale e, viziosamente, lo stesso stato ansioso/depressivo. Oppure può accadere che sia una occasionale difficoltà sperimentata durante l’esperienza sessuale ad innescare uno stato ansioso che finisce per compromettere le esperienza successive.

Accertata l’esclusione di una causa organica, l’intervento psicologico sarebbe necessario. Alla luce della moltitudine dei fattori coinvolti, non si può prescindere dal trattare i contenuti emotivi, cognitivi e gli aspetti comportamentali che precedono, accompagnano e seguono un effettivo o potenziale rapporto sessuale, così come non si può prescindere dal modificare l’interazione reciproca di questi elementi. Non meno importante è l’intervento sulle reazioni e sui comportamenti della partner che può rispondere a sua volta con vissuti depressivi, di rabbia, di colpa, eludere i momenti di intimità, diventare fredda e distaccata, criticante o esercitare pressioni psicologiche, esacerbando e mantenendo il disturbo. Poiché il problema sessuale, quando non è un epifenomeno periferico di una patologia più importante (es. disturbo di personalità, gravi disturbi relazionali o gravi alterazioni dell’umore), si caratterizza per il coinvolgimento diretto del livello corporeo, l’intervento terapeutico può arrivare ad includere vere e proprie mansioni sessuali da prescrivere alla coppia.

La dimensione interpersonale, dunque, sia sul piano psichico/comportamentale sia su quello prettamente fisico, risulta un target fondamentale dell’intervento terapeutico. L’obiettivo generale è condurre alla scoperta della sessualità propria e di coppia per viverla come un momento di arricchimento, di piacere spensierato e non più come un fattore di pericolo o causa di frustrazione. Trattare con successo la disfunzione erettile non solo può migliorare l’autostima dell’uomo ed il suo generale benessere psicofisico, ma contribuisce inoltre a migliorare il rapporto con la propria partner nel nome di una sessualità serena ed appagante.

Dott. Spinelli

Riferimenti:

 – Stuart N. Seidman N.D. (2002). Exploring the relationship between depression and erectile dysfunction in aging men. Journal of Clinical Psychiatry, 63.

– Dunn K., Croft P., Hackett G. (1999). Association of sexual problems with social, psychological, and physical problems in men and women: a cross sectional population survey. Journal of Epidemiology & Community Health, 53, 144–148.

– Fenelli A., Lorenzini R. (1991).Clinica delle disfunzioni sessuali. Carocci Editore.

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