Disturbo bipolare
I sintomi del disturbo bipolare, conosciuto anche come disturbo maniaco-depressivo, comprendono sia i sintomi della depressione che i sintomi della mania o ipomania.
“Ho un senso di tristezza in tutto il corpo; ho perso il desiderio ed il piacere di fare le cose di un tempo. Mi sembra che tutto ormai sia inutile”
La depressione rappresenta uno dei disturbi mentali più diffusi al mondo, i cui possibili esiti possono essere molto gravi e determinare una notevole compromissione psicosociale, fino a portare al suicidio.
I sintomi della depressione possono esprimersi su più livelli.
La depressione spesso si associa ad altre patologie come disturbi di ansia, disturbo bipolare, disturbi di personalità e malattie organiche croniche (malattia cardiache, terminali, AIDS, invalidità fisica), aggravando e rendendo croniche le patologie stesse per l’impatto che essa ha sui comportamenti quotidiani, sulle relazioni amicali e coniugali, sul lavoro e sulla collaborazione ad eventuali cure in atto.
Il paradigma scientifico cognitivo comportamentale ritiene che quando una persona si trova in uno stato depressivo, sono presenti visioni distorte di sé, del mondo e del futuro.
Tali visioni influenzano tanto l’umore quanto i comportamenti adottati, i quali a loro volta rafforzano stati d’animo ed idee negative.
Ad esempio, dopo un voto mediocre ad un esame universitario, uno studente può avere il pensiero: “sono proprio un incapace!”. Inizia ad esperire tristezza e vissuti di inadeguatezza; si critica, concentrandosi sui propri limiti e difetti.
La sua memoria, condizionata da un umore negativo, gli fa tornare alla mente episodi di sconfitta e di fallimento; allo stesso tempo, i pensieri negativi su di sé abbracciano la sua visione di un futuro fallimentare (“non combinerò nulla di buono nella vita”). Queste cognizioni e l’umore negativo possono deconcentrarlo, ridurre la sua motivazione all’impegno ed allo studio, rendendo più probabile una vera e propria bocciatura ad un futuro esame.
Se poi questo si concretizza, il ragazzo raccoglie un’esperienza che confermerebbe (ai suoi occhi) la credenza di essere una persona incapace e fallita, senza speranza. Questa prospettiva può ripercuotersi sui comportamenti futuri, creando un circolo vizioso che può arrivare a coinvolgere altre dimensioni della propria vita, oltre a quella universitaria.
Le emozioni, le cognizioni ed i comportamenti finiscono per alimentarsi reciprocamente e spingono la persona in una spirale di pattern emotivi-comportamentali che divengono causa e mantenimento di sofferenza.
L’intervento cognitivo-comportamentale si focalizza sulle distorsioni cognitive e sui comportamenti che sono causa e mantenimento del disagio tipico di uno stato depressivo, al fine di rompere i circoli viziosi esistenti, indebolire la rigidità e la pervasività di una visione prevalentemente pessimistica delle cose ed aprire nuove e legittime prospettive sulla propria esistenza.
La persona viene, inoltre, aiutata a potenziare capacità di problem-solving più funzionali ed efficaci, a trovare nuove o ritrovare vecchie fonti di piacere e di soddisfazione, a sviluppare la capacità di attivare un comportamento coerentemente orientato ai propri obiettivi e valori personali.