Disturbo ossessivo compulsivo

“Io lo so che esagero, vorrei fermarmi, ma non ce la faccio a non lavarmi le mani ogni volta che tocco qualcosa. E se mi prendo un’infezione? Solo io ne sarei responsabile”


 “L’altro giorno ho visto due ragazzi che si baciavano. Poi a casa mi è tornata questa immagine. Mi sono infastidito molto ed ho iniziato a preoccuparmi. Ma ho continuato a pensarci. Non è che sto diventando omosessuale? Ormai me lo domando di continuo”

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è caratterizzato da ossessioni e compulsioni.

Le ossessioni sono pensieri intrusivi ricorrenti e persistenti, immagini o impulsi che sono inaccettabili e indesiderati e causano un significativo disagio o rendono difficile lo svolgere delle attività quotidiane, compreso il lavoro, le faccende domestiche o anche attività di svago.
Anche quando la persona si sforza di sopprimere l’ossessione, essa continua ad intromettersi. Le ossessioni più comuni riguardano i timori di contaminazione da sporcizia o germi, di perdere il controllo e danneggiare se stessi o gli altri, dubbi circa le proprie parole o azioni, pensieri inaccettabili di sesso, pensieri e immagini blasfeme, preoccupazioni eccessive di ordine o simmetria.

Le compulsioni sono comportamenti rigidi e ripetuti o atti mentali che vengono eseguiti al fine di prevenire un esito temuto (come ad esempio contrarre una grave malattia se si tocca una maniglia) o per ridurre il disagio causato dall’ossessione.
Le persone spesso si sentono spinte ad eseguire una compulsione anche se si cerca di resisterle. Le compulsioni più comuni comprendono un lavaggio eccessivo, la ripetuta verifica di situazioni o azioni, contare o ripetere certe frasi. Esse, dunque, possono essere manifeste (ad esempio pulire, toccare, chiudere, accumulare, ordinare) o puramente mentali (pregare, contare, ricostruire ripetutamente un evento).

Quasi tutti hanno sperimentato pensieri intrusivi indesiderati o impulsi (ad esempio, un’immagine inquietante, il bisogno di colpire qualcuno, una canzone che si ripete nella testa).

Secondo l’ottica cognitivo comportamentale del disturbo ossessivo compulsivo, i pensieri, le immagini o gli impulsi indesiderati generano ansia o angoscia quando una persona crede che siano importanti e significativi.

Per esempio, una donna che è dominata dalla paura di danneggiare la sua famiglia potrebbe avere l’ossessione “se io non disinfetto tutti i pavimenti ed i piani che ho in casa, qualcuno potrebbe contrarre una terribile infezione”; focalizza l’attenzione su tale pensiero e si ripete “se non lo faccio, qualcuno dei miei si ammalerà seriamente e sarà colpa mia. Avrò sensi di colpa e rimorso per il resto della mia vita”.

Al fine di alleviare il disagio, gli individui con DOC si impegnano in compulsioni mediante comportamenti (pulire continuamente ed eccessivamente ogni angolo della casa) o azioni mentali (ripetere più volte una formula mentale) per neutralizzare la loro ansia o prevenire l’esito temuto.

Gli individui con disturbo ossessivo compulsivo sono spesso guidati dalla convinzione che se non svolgono le loro compulsioni, il pericolo o il disagio causato dalle ossessioni persisterà a tempo indeterminato.
Sebbene le compulsioni riducano temporaneamente la sofferenza, si rafforza l’idea che l’ossessione sia così importante al punto che la persona dovrebbe essere sempre vigile a scorgere tali pensieri, aumentando poi la probabilità che  l’ossessione temuta sia presente.

La Terapia cognitivo-comportamentale per il DOC implica, tra gli altri, i seguenti interventi:

  • Psico-educazione: il terapeuta spiega al paziente quali sono le componenti cognitive, fisiche e comportamentali del disturbo, in particolare il ruolo che le cognizioni e le compulsioni hanno nell’alimentare le ossessioni.
  • Monitoraggiocomprendere e condividere la specificità dei sintomi (fattori scatenanti, i contenuti, la frequenza e l’intensità delle ossessioni, gli aspetti delle compulsioni mentali e comportamentali), per  fornisce una prospettiva necessaria a guidare il trattamento.
  • Interventi comportamentali: procedura di esposizione con prevenzione della risposta. Avvicinarsi e rimanere in situazioni che innescano le ossessioni (esposizione), mentre vengono interrotte le compulsioni mentali e comportamentali (prevenzione della risposta) riducendo in tal modo l’intensità e la frequenza delle ossessioni e delle relative compulsioni.
  • Strategie cognitive: il terapeuta aiuta il paziente a identificare le sue ossessioni, cosa significano e le ragioni per cui sono così significative, sviluppando in seguito la capacità di testare e cambiare le convinzioni circa l’importanza delle loro ossessioni.

Vuoi fissare un appuntamento?

Altri disturbi di ansia

Ansia

Ansia

“Mi sento agitato. Questa sensazione vorrà pur dire qualcosa. Sento solo che c’è un pericolo”

Attacchi di panico e agorafobia

Attacchi di panico e agorafobia

“Mi è salita improvvisamente l’ansia. Sentivo il cuore battere forte, la testa girava. E se mi veniva un infarto, se fossi svenuto? E’ terribile, mi son sentito come se stessi per morire”

Fobie specifiche

Fobie specifiche

“I cani ormai mi fanno sentire terrorizzato. Non riesco più ad uscire per godermi una passeggiata. Mi giro intorno, con ansia, per controllare se ce n’è qualcuno in zona. Mi sento bloccato! E troppo agitato! Allora capita spesso che evito di uscire”

Disturbo d’ansia generalizzata

Disturbo d’ansia generalizzata

“Il problema è che mi preoccupo troppo, di tutto. Mi rendo conto che non riesco a smettere di preoccuparmi. Questa cosa mi sta rovinando la vita, non mi rilasso, mi sembra di impazzire, di non avere più il controllo!”

Disturbo d’ansia sociale

Disturbo d’ansia sociale

“Se devo uscire e andare tra la gente mi sale l’ansia. E se non riesco a coinvolgermi? Se rimango zitto, tutto da solo? Ho paura di non sembrare interessante e, se ci provo, posso dire delle sciocchezze, essere persino stupido agli occhi degli altri. Sarebbe davvero imbarazzante!”