Ansia
“Mi sento agitato. Questa sensazione vorrà pur dire qualcosa. Sento solo che c’è un pericolo”
“Mi è salita improvvisamente l’ansia. Sentivo il cuore battere forte, la testa girava. E se mi veniva un infarto, se fossi svenuto? E’ terribile, mi son sentito come se stessi per morire”
L’attacco di panico consiste in una improvvisa manifestazione di ansia o un incremento critico di un’ansia già presente, in cui quattro o più sintomi cognitivi e somatici aumentano in modo progressivo entro un periodo di dieci minuti.
Il disturbo da attacchi di panico (DAP) è caratterizzato dalla presenza ricorrente ed inaspettata di attacchi improvvisi seguita da un periodo di almeno 1 mese durante il quale una persona teme di avere altri attacchi o si verifica un cambiamento del comportamento legato al panico esperito.
Le persone che hanno il DAP possono presentare spesso anche Agorafobia, ovvero la paura di trovarsi in situazioni in cui la fuga sarebbe difficile o l’aiuto potrebbe non essere disponibile in caso di un attacco di panico.
La persona agorafobica può evitare:
L’ansia, di per sè, non è una emozione negativa in quanto consente di preparare il nostro corpo a fuggire in caso di pericolo.
Il problema sorge, come nel caso del DAP, quando la naturale risposta di fuga viene innescata indipendentemente da un contesto realmente minaccioso, ovvero in assenza di una situazione pericolosa per la vita.
Nell’ottica cognitivo comportamentale del disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia, i sintomi ansiosi si evolvono in panico quando essi sono oggetto di interpretazioni catastrofiche per cui normali reazioni fisiologiche (ad esempio aritmia, sudorazione, stordimento) sono vissute come pericolose, suscitano ansia e comportano un evitamento di tutte quelle circostanze in cui potrebbero essere esperite.
La Terapia Cognitivo Comportamentale per il disturbo di panico prevede diversi elementi chiave di intervento: