Disturbo d’ansia sociale

“Se devo uscire e andare tra la gente mi sale l’ansia. E se rimango zitto, tutto da solo? Ho paura di non sembrare interessante. Magari parlo pure, ma posso dire delle sciocchezze, posso essere stupido agli occhi degli altri. Sarebbe davvero imbarazzante!”

Il disturbo d’ansia sociale (DAS) implica una paura intensa e persistente in una o più situazioni sociali o prestazionali.

Gli individui con disturbo d’ansia sociale:

Hanno paura

Hanno paura

quando esposti a persone non familiari o a possibili giudizi da parte degli altri, di agire in un modo che potrà sembrare umiliante o imbarazzante

Provano ansia

Provano ansia

che può assumere la forma di un attacco di panico, quando si trovano in una situazione sociale temuta

Evitano

Evitano

le situazioni sociali temute o le sopportano con intenso disagio

Si rendono conto

Si rendono conto

che il loro evitamento o l'ansia anticipatoria o il disagio nelle situazioni sociali temute interferiscono significativamente con la loro vita

Le situazioni in cui gli individui esperiscono ansia sociale possono essere divise in due tipi:

  1. situazioni di performance (ad esempio un discorso o una presentazione, parlare in un contesto di gruppo)
  2. interazioni generiche (ad esempio iniziare conversazioni o avere incontri)

Le situazioni sociali che una persona con ansia sociale teme o tende ad evitare includono:

  • Parlare in pubblico
  • Iniziare o mantenere conversazioni
  • Parlare con persone che hanno una certa autorità
  • Andare alle feste
  • Mangiare, bere, scrivere in pubblico
  • Utilizzo dei bagni pubblici

Una caratteristica centrale secondo il modello cognitivo-comportamentale del disturbo d’ansia sociale è l’attenzione focalizzata su di sè.

Quando le persone sono concentrate su di sè, entrano in profondo contatto con ciò che pensano, sentono e come agiscono, prestando invece poca attenzione a ciò che sta realmente accadendo intorno a loro.

L’essere così altamente concentrati su se stessi diventa particolarmente problematico per gli individui con ansia sociale: in primo luogo, i pensieri su come si può apparire vengono connotati negativamente (“appaio stupido”); inoltre i sintomi fisiologici di ansia (come la sudorazione, i tremori, l’arrossire) si accentuano, facendo credere erroneamente che questi sintomi sono molto reali ed evidenti agli occhi degli altri, quando invece lo sono principalmente solo per la persona socialmente ansiosa.

In secondo luogo, quando gli individui concentrano troppo l’attenzione su di sè non osservano se le altre persone stanno reagendo negativamente come loro credono e se i loro sintomi d’ansia sono così evidenti come pensano. Tutto questo può portare ad un aumento dell’ ansia, ad una riduzione delle prestazioni, all’evitamento delle situazioni temute, a convinzioni negative su se stessi e gli altri, ad un’ansia anticipatoria di situazioni future.

Le persone affette da ansia sociale possono anche adottare comportamenti che li aiutano a sentirsi al sicuro nelle situazioni sociali, come il parlare dolcemente o evitare il contatto visivo. Paradossalmente questi comportamenti diventano spesso causa di un apparire inappropriato o distaccato, innescando proprio reazioni negative da parte degli altri. Il ciclo che ne risulta diventa un ostacolo difficile da superare contribuendo a mantenere sempre viva l’ansia sociale stessa.

La Terapia cognitivo comportamentale per l’ansia sociale coinvolge diversi tipi di interventi, tra cui:

  • Formazione e monitoraggioanalisi e comprensione dei specifici fattori cognitivi, emotivi, comportamentali e fisiologici che contribuiscono alla nascita e al mantenimento dell’ansia sociale.
  • Sulla cognizione: identificare pensieri negativi e convinzioni alla base dell’ansia sciale, lavorando insieme al terapeuta per sviluppare modalità di pensiero più funzionali.
  • Sul comportamento: per superare l’ansia sociale è importante mettere alla prova le proprie credenze relative alle situazioni sociali. Insieme al terapeuta, il paziente costruisce un programma di esposizione graduale alle situazioni sociali temute (da quelle facili a quelle più disagevoli), sia in forma immaginativa che nella vita reale, impostando inoltre obiettivi più realistici quando sono previste delle performance in situazioni sociali. Paziente e terapeuta lavoreranno insieme per identificare e  ridurre i comportamenti di sicurezza che di fatto contribuiscono al problema, aumentando inoltre le abilità sociali per rafforzare la fiducia in se stessi nelle situazioni sociali.
  • Sull’attenzione: sviluppare competenze necessarie per ridurre l’attenzione iper-focalizzata su di sè, allargandola all’ambiente circostante e ai molteplici segnali provenienti dagli altri per modificare in modo più adattivo le convinzioni negative su come gli altri giudicano o percepiscono.

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