Ansia
“Mi sento agitato. Questa sensazione vorrà pur dire qualcosa. Sento solo che c’è un pericolo”
“Il problema è che mi preoccupo troppo, di tutto e non riesco a smettere di preoccuparmi. Questa cosa mi sta rovinando la vita, non mi rilasso, mi sembra di impazzire, di non avere più il controllo!”
Il disturbo d’ansia generalizzato (DAG) consiste nella manifestazione di eccessiva ansia e preoccupazione, in relazione ad alcuni eventi, per un periodo di tempo non inferiore a sei mesi.
Una caratteristica importante del DAG è la difficoltà a controllare le continue preoccupazioni e le rimuginazioni, cui si affiancano una facile irritabilità, mancanza di riposo, difficoltà di concentrazione, tensione muscolare, disturbi gastro-intestinali, insonnia o sonno agitato.
Tutte le persone possono rimuginare; il rimuginio, infatti, non è un processo insolito ed anormale.
Ciò che distingue i pazienti dai non pazienti è che i primi, rispetto ai secondi, ritengono di avere una minor capacità di controllo e di non riuscire, nonostante i loro tentativi, a ridurre le proprie rimuginazioni.
Il modello cognitivo comportamentale sostiene che le preoccupazioni della persona con DAG, e quindi il rimuginio, possono diventare oggetto di valutazioni sia negative sia positive.
Negative, in quanto la persona può giudicare le sue preoccupazioni “pericolose” perché conducono alla follia ed all’impazzimento; tuttavia i tentativi di distrarsi e di sopprimere le preoccupazioni falliscono, mantenendo la convinzione di incontrollabilità e di rischio di impazzimento, con relativi stati ansiosi.
Positive, in quanto esse permetterebbero di “mantenere sotto controllo” i propri problemi, o di mantenere l’individuo preparato ad affrontare scenari negativi, o di prevenire un’intensa esperienza di disagio. Anche in questo caso, però, il rimuginio invece di risolvere, contribuisce a mantenere il disturbo stesso.
Se, infatti, si ritiene che continuare a preoccuparsi serva per gestire l’ansia connessa ad alcuni problemi della vita, lo stesso stato costante di preoccupazione paradossalmente mantiene alti i livelli ansiosi, altera la concentrazione, non permette di fare le cose con piacere proprio perché la mente è occupata dal rimuginio.
Questi processi, quando ricorrenti e sistematici, conducono alla sofferenza psico-fisica.