Usiamo davvero solo il 10% del nostro cervello?

Usiamo davvero solo il 10% del nostro cervello?

Il cervello umano è un organo molto complesso, tutt’ora piuttosto misterioso.
Le ricerche e gli studi scientifici continuano a rivelare le sue molteplici risorse e ad offrirci interessanti curiosità.
Probabilmente, è proprio questa sua complessità ad alimentare e far persistere i numerosi miti sul suo funzionamento, nonostante ci siano diverse prove contrarie.

Tra di essi, sicuramente il più comune fa riferimento all’idea che gli esseri umani utilizzino solo una minima percentuale del potenziale cerebrale, per l’appunto il 10%.
Questa credenza popolare viene spesso usata per speculare sulle abilità che l’uomo potrebbe avere se solo accedesse alla totale capacità del proprio cervello.

In realtà, quello del 10% è a tutti gli effetti un mito.
Gli unici casi in cui le capacità cerebrali non sono pienamente sfruttate sono quelle in cui le regioni cerebrali sono state danneggiate da un evento traumatico o da una malattia.

In realtà, noi usiamo il 100% del nostro cervello.

Il mito

Le ricerche sul tema sostengono che questa leggenda popolare sia nata nei primi anni del 1900.
E’ molto probabile che ci siano stati veri e propri fraintendimenti, in altre parole chiari errori di interpretazione, riguardanti gli studi neurologici dell’epoca.

Il mito del 10%, potrebbe aver trovato luce negli scritti dello psicologo e filosofo William James. Nel suo libro del 1908, “The Energies of Men”, scriveva: “…stiamo usando solo una piccola parte delle nostre risorse mentali e fisiche”.

Come ogni leggenda, tale mito si è perpetuato nel corso del tempo, sino ad arrivare ai giorni nostri, dove anche diverse opere cinematografiche hanno esaltato personaggi in grado di acquisire straordinarie capacità mentali, dopo aver “sbloccato” o “superato” questo immaginario limite di potenziale.

Ne sono esempio il film “Lucy”, con protagonista una Scarlett Johansson che, dopo aver assunto una particolare sostanza, sviluppa capacità fisiche e mentali straordinarie, tra cui telepatia e percezione extrasensoriale. Oppure il film “Limitless”, in cui il protagonista assume un farmaco sperimentale che gli consente di amplificare le risorse cerebrali, aumentando a dismisura le capacità di ragionamento, memoria ed apprendimento.

Anche in contesti quotidiani, quali la scuola, la famiglia o gruppi informali di discussione capita di far riferimento al mito del 10% per motivare gli interlocutori a dare sempre di più, ad impegnarsi costantemente per far esprimere al massimo il proprio potenziale.

Le prove che abbattono il mito

Diversamente dal sapere comune, studi e ricerche in ambito neuroscientifico forniscono numerose prove che demoliscono letteralmente il mito.
Di seguito ne verranno elencate alcune tra le più importanti.

 Le tecniche di scansione cerebrale dimostrano chiaramente, e senza ombra di dubbio, che la maggior parte delle regioni del cervello sono attive durante un compito, anche durante azioni piuttosto routinarie come parlare, camminare, dormire e ascoltare la musica.

 Se il mito del 10% fosse vero, le persone che subiscono un danno al cervello dopo un incidente o un trauma di qualche tipo, non noterebbero nessun effetto consistente. In realtà, ogni danno ad un’area del cervello inficia le capacità individuali e anche danni lievi possono causare gravissime conseguenze.

 Dal punto di vista evoluzionistico, non avrebbe per niente senso lo sviluppo di cervelli dalle grandi dimensioni per utilizzarne solo una minima parte.

 Il cervello consuma il 20% del nostro intero fabbisogno energetico, ovvero una percentuale importante se si considera che tale organo ha una massa del solo 2% dell’intero corpo umano. Ancora in termini evolutivi, avrebbe poco senso spendere una quantità di energia così elevata a carico di un cervello che, stando al mito, viene usato al minimo del suo potenziale. La selezione naturale, infatti, avrebbe dovuto eliminare le porzioni cerebrali inutilizzate, rendendo il nostro cervello ben più piccolo di quello attuale.

 Le ricerche sulla mappatura del cervello devono ancora trovare una singola regione del cervello che non sia associata ad una specifica funzione. Numerosi studi di imaging cerebrale evidenziano che nessuna zona del cervello è completamente silenziosa.

 Studi sui potenziali d’azione cerebrali, ovvero sugli impulsi elettrici che consentono la trasmissione di informazioni da un neurone all’altro, mostrano che nessun neurone, anche se “a riposo”, è realmente inattivo.

Purtroppo il mito del 10% continua a persistere.
Si spera che i dati sopra presentati possano aiutarci a ribattere con cognizione di causa ogni qual volta sentiremo parlare di questa leggenda che, seppur affascinante, resta sempre tale.

Dott. Spinelli

Riferimenti:

– Beyerstein B.L. (1999). Whence cometh the myth that we only use 10% of our brains? In Sergio Della Sala. Mind Myths: Exploring Popular Assumptions About the Mind and Brain. New York: John Wiley & Sons.

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